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Commenti al testo di Abraxas
Mare della Tranquillit
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Abraxas
- 23/05/2016 12:21:00
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Nella vita reale tutto ciò che potevo fare lho fatto e pure pagato a caro prezzo. Non è bastato e me ne sono fatto una ragione. E più complicato, invece uscire dai " canoni poetici". E quel modo di scrivere versi che sento dentro. Unalternativa, però, lho trovata: scrivere racconti, raccontare storie basate sullironia e sul sorriso. Cambiando totalmente lo stile di scrittura: in prosa è più facile. Forse perchè non è così necessario scavare dentro lanima e far uscire " il male di vivere". E il massimo dellequilibrio che sinora sono riuscito a raggiungere, ma del futuro, per fortuna, non cè certezza.
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Cristiana Fischer
- 23/05/2016 11:49:00
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Mi viene da risponderti che è questa natura "formale"- cioè ricevuta, a cui conformarsi, delle immagini e perifrasi del tuo stile - laspetto visivo, lavatar, di un sentimento che, come tu scrivi, non è mai realtà e non muore mai, per "ragioni" che a volte sono "alibi", una sospensione da cui non si può uscire per toccare terra. Capisco che lo canti Venditti, ma capisco anche che il confine tra realtà e immaginazione meriti di essere segnato, soprattutto quando limmaginazione è seguire vecchi binari (in tempi di tunnel spaziotemporali).
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Abraxas
- 23/05/2016 11:28:00
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" Ci sono amori che fanno giri immensi e poi ritornano" canta Venditti. E questa la storia di cui parlo nei miei testi, un amore che torna a ondate, che non muore mai, ma che mai è realtà. Per tante ragioni, a volte fondate, spesso per degli alibi. E questa sospensione, di una storia mai finita, che non puoi lasciarti alle spalle, a fare più male. Poi e qui hai ragione è nascosta tra immagini, più o meno formali, ma lastio talora viene fuori e picchia duro.
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Cristiana Fischer
- 22/05/2016 12:53:00
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Potrebbe quasi sembrare un testo di "genere", stile De André, una signora ambiziosa e delusa, troppo fiduciosa in superbia di giovinezza, mai davvero maturata, invecchiata stanca e malamente ecc. Ma lanimosità presente ha accenti veri: gli "sbadigli" delletà, e la "roccia" su cui, pare, può poggiare, e "lansia che declina al passato i tuoi sogni". Mi è difficile separare, nelle tue poesie, il formalismo che riveste i contenuti di una reale esperienza e riflessione. Ma potrei essere in una posizione estranea e non comprendere affatto quello che scrivi.
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Klara Rubino
- 21/05/2016 19:02:00
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Questa poesia è scritta con lanima,pare essere la voce di un vento notturno,chiara nel silenzio,dal tono basso e deciso. Mi ci ritrovo completamente,tanto che mi ha mostrato una desolazione mia,tanto profonda da celarla anche a me stessa. Non voglio morire senza aver imparato a vivere,senza aver sentito la paura di perderla che ti fa capire quanto mai, quanto ami la vita. A quello scoglio che non muore e resiste al vento,mi ci aggrappo.
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